“Midnight at the Crossroads” (Minuit à la croisée des chemins) è il nuovo progetto fotografico di Cristina de Middel e Bruno Morais.
Nel gennaio 2016, grazie a una residenza presso la Fondation Zinsou, i due fotografi giungono nella città di Ouidah, lungo la costa africana del Benin, un tempo centro fiorente del commercio di schiavi, punto di partenza di una ricerca fotografica e spirituale che coinvolgerà Cuba, Brasile e Haiti sulle tracce di Esu.
Esu (Eshu) è una divinità africana radicata nella spiritualità di diverse aree geografiche. Forza del caos e medium che mette in comunicazione il mondo umano con quello divino, ma anche “the lord of the crossroads”, colui che crea ostacoli lungo il cammino mandando in crisi le certezze e confondendo i piani. Si manifesta in diverse forme: a Cuba è rappresentato come un bambino che combina scherzi per confondere le menti (Eleggu), in Brasile prende l’aspetto di un affascinante bohémien (Exu), ad Haiti veste i panni di un vecchio saggio (Papa Legba) rendendo così sempre difficoltoso individuarlo.
Non è la prima volta che l’indagine di Cristina de Middel si concentra sul continente africano e sul Sud America: con “The Afronauts” (2012) aveva ricreato il fallito programma spaziale nello Zambia del 1960, in “Sharkfication” aveva osservato le favelas di Rio, con “Excessocenus” (già recensito dal Baretto) era tornata in Africa.
In generale tutta la sua poetica mira a indagare la realtà ricostruendola anche attraverso finzioni, per creare uno storytelling più vero del vero: nella finzione creativa le griglie della narrazione documentaria si allargano a dismisura abbandonando le logiche del principio causa-effetto per riappropriarsi degli archetipi del pensiero magico.
Di spiritualità e magia parlano anche le immagini di Midnight at the Crossroads: «I think the Western understanding of African-rooted religions is reduced to a couple of clichés that came from Hollywood and were presented by missionaries in the beginning. On one side African-rooted religions are profoundly linked to nature and environment and understand the forces of nature as deities, which makes them much more respectful compared to Semitic religions, where humans seem to operate at a superior level than the rest of living creatures».
Questo vasto e profondo patrimonio, con la diffusione imperialista delle religioni occidentali nei continenti un tempo definiti come Terzo mondo è forse destinato a scomparire, ma esistono ancora sacche di resistenza e tradizioni orali nascoste praticate in circoli ristretti.
Il progetto, durato tre anni, ha documentato diverse cerimonie rituali in Benin, Cuba, Brasile e Haiti, raccogliendo anche racconti orali, collezionando immagini di oggetti, simboli e cercando di uscire dai cliché con quali vengono spesso rappresentate le forme di spiritualità non strutturate in religioni ufficiali.
«We avoided situations and circumstances that could somehow feed the primitive cliché and focused on the beauty of the narrative and the magic of the link that is created between the Orishas and their congregation», racconta la Middel in un’intervista sul sito di MagnumPhoto.
Le immagini sono scattate con Bruno Morais, artista, marito e coautore del progetto, in perfetta sintonia: «Bruno and I basically do the research together, we produce together and shoot together. It is quite an easy and communicative process that has been delightful. We both shoot at the same time and then edit together forgetting about who shot what… We just focus on the story we want to tell and use the images we´ve generated as words in our sentences».
Immagini intense, ferali, colorate, stoffe, protesi di piedi animali su corpi umani, ritratti, oggetti rituali e scene di cerimonie. Ci sono ombre nei frame, a volte il fuoco prende solo una parte della foto lasciando spazi di visibilità confusa a sottolineare un altrove parallelo dove vivono gli spiriti. lontano dai televisori e dai social.
Il progetto partecipa alla 49°edizione de Les Rencontres de la photographie di Arles, in mostra alla Croisière, con la curatela di da Claudi Carreras Guillén dal 2 luglio – al 23 settembre 2018.
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