Ci si procura un mazzo di tarocchi e una persona esperta in grado di leggerli.

Sì rivolge una domanda alle carte, poi si dispongono sul tavolo come indicato dalla persona esperta. Si fotografa la configurazione risultante. Secondo la pratica di lettura dei tarocchi ogni carta, nella particolare disposizione complessiva ottenuta durante la lettura, indica un preciso significato, una previsione, una diagnosi. Si raccolgono quindi i significati per ogni carta.

Per ognuno dei significati indicati da ogni carta (ad esempio: “qualcuno trama contro di te”) si immagina una situazione reale che possa rendere quel significato, la si allestisce in un set con attori assoldati allo scopo o con attori di fortuna e la si fotografa. Si dispongono infine tutte le foto ottenute nella stessa posizione dei rispettivi tarocchi (ma senza i tarocchi), su una parete, come allestimento di una mostra fotografica.
La domanda iniziale – che può restare segreta oppure essere utilizzata come titolo della mostra – costituisce la chiave di cui la mostra è la risposta.

Sì può ad esempio formulare una domanda di tipo esistenzial/socio/politico, come: “dove stiamo andando?”.
Affidare la risposta a uno schema divinatorio allude in modo sarcastico oppure fiducioso alla condizione umana in cui ci troviamo a vivere, una condizione in cui tecnologia e tribalismo convivono e lo sguardo critico della modernità pare ormai del tutto incapace di fornire risposte adeguate.