Il Baretto si sente vicino al Natale, guarda le luci e i colori delle stelle comete accese sopra le insegne dei supermercati e vuole comprare il salmone, poi però navigando nella libreria online preferita scopre inaspettatamente questo libro: (Un)expected di Peter Dekens.
Le luci delle insegne diventano fioche, i rumori silenziosi.

Cosa succede?
La madre di Peter si suicida, a poca distanza anche un amico. Le Fiandre sono il Paese europeo con il più alto tasso di suicidi d’Europa. Le statistiche scrivono che ogni mese una media di venti persone commette suicidio (Il Baretto non ci crede: manca il sole, ma la birra è buona).

Peter Dekens è un fotografo, un artista: trova nella realtà che gli sta intorno ispirazione per i suoi lavori. Questa volta lo spazio dove scavare è interiore, più difficile da costruire con le immagini. Si concentra sul tema del suicidio, lo studia: ci sono cause e statistiche. Trova cinque storie, cinque sopravvissuti travolti da un evento inaspettato che ha cambiato la loro vita. Non il prima, le cause che hanno generato l’evento; non l’evento in sé come scomparsa di un viso, l’orizzontalità del corpo gelato, ma lo scenario successivo. Sono i sopravvissuti (survivors) i soggetti della sua indagine: anche lui è un sopravvissuto. Registra le cinque storie seguendo i soggetti alle prese con le loro privazioni, attraverso percorsi tra i boschi, sulle piastrelle da giardino, tra le pagine scarabocchiate di un diario o le cornici dorate dove riposano facce sorridenti. C’è un flusso gentile e discreto nella costruzione della narrazione che lega intimità e rispetto. E c’è un ritmo nel design del libro, una serialità nella realizzazione, che vuole racchiudere nella regolarità della forma la vastità del tema, creando un percorso scandito per il lettore, quasi a rassicurarlo.

Il tema è circoscritto e dominato, non ci saranno scarti dolorosi incontrollati che esploderanno fuori dalle pagine: solo riflessioni quiete. Esiste un modello di partenza: il paesaggio urbano in bianco e nero, case anonime grigie senza persone, quasi fossero paesaggi interiori, spazi funebri disabitati. Seguono gli inserti colorati (libri nel libro), con le foto dei sopravvissuti. Il colore e calore di certe luci ci trasporta nell’intimità del dolore. La perdita è preziosa: è un tesoro da elaborare, nascosto, in segreto, per prendere parte al processo di trasformazione e superamento. Le pagine del libro tra le pagine del libro sono di dimensioni ridotte rispetto alle altre, ridotte rispetto alla dimensione del libro, racchiuse e protette dalle mura dell’urbe: sia che siano stanze o boschi. Dallo spazio urbano delle grandi pagine in bianco nero a quello intimo colorato di luce fioca dei cinque piccoli libri che raccontano i sopravvissuti. Una ripetizione formale per non dimenticare, per superare la perdita con la condivisione.

A Natale, dicono, i suicidi aumentano perché le persone sole si sentono più sole e le insegne accese delle comete con le sfere glitterate appese agli alberi confortano a comprare per sentire il calore della merce. Il Baretto consiglia allora di comprare questo libro. È fuori stock nelle librerie online, però Peter nel suo sito dice di scrivergli perché ci sono ancora copie disponibili.

www.peterdekens.com